Sposarsi in Italia quando si è expat
Pianificare un matrimonio dall'estero
Sono chiamati Expat coloro che vivono all’estero, i famosi cervelli in fuga per capirci.
Il termine deriva dalla parola inglese expatriate: residente in un paese straniero.
Le motivazioni sono spesso lavorative e così si ri-comincia a vivere nel nuovo paese.
Anche se le radici appartengono alla cultura e alle abitudini del tuo paese di origine, allo stesso tempo avviene quella magia che si chiama contaminazione. Impari a vedere, con occhio critico, pregi e difetti dei tuoi mondi trasformandoti in un perfetto equilibrista che gode della grande e nuova occasione che ha.
E succede spesso che quando accade qualcosa di bello, come il tuo matrimonio, tu voglia tornare a casa, tu voglia sentirti a casa.
I motivi sono molti, l’Italia è sempre l’Italia, bella e unica e offre una varietà di scenari che tanti nel mondo ci invidiano. Ma non solo, le tue origini sono qui, la tua famiglia i tuoi amici di sempre, quelli a cui chiederai di farti da testimone. Quelli a cui mandi un vocale su WhatsApp senza fare il calcolo del fuso orario.
Ma come fare? Sei distante fisicamente, dal luogo scelto, e non conosci più il territorio, quali sono le location e non hai la minima idea di che fornitori ci siano in zona perchè manchi dall’Italia da troppo tempo.
Ecco che la mia figura professionale diventa il tuo salva-vita.
Ti racconto la mia storia con i primi clienti italiani expat
Anni fa una giovane coppia mi scrisse dall’Australia a febbraio. Volevano sposarsi a settembre dello stesso anno e non sarebbero rientrati in Italia prima di metà luglio. Pazzi penserete. Invece no, con un’organizzazione strategica (da parte mia) e le idee chiare (da parte loro) l’evento è stato fatto eccome! Senza stress e senza ansie.
Gli sposi sono arrivati in Italia a due mesi scarsi dalla data del grande giorno con la scelta della chiesa, la location e le partecipazioni. Tutte cose che avevamo gestito, scelto e fissato “on line”.
Sono stata i loro occhi e il loro cuore. Si perché non sono da sottovalutare le emozioni nel momento della scelta. E ho dovuto raccontargliele: dovevo far rivivere loro tutti i miei sopraluoghi come se fossero stati veramente con me. Difficile ma non impossibile. L’empatia è stata la chiave.
Per quelle cose dove la presenza fisica degli interessati era di fondamentale importanza (l’abito da sposa, il trucco, la scelta dei fiori e il catering) avevo fissato precedentemente un’agenda di appuntamenti serratissima, ma efficace. Non dovevano preoccuparsi di nulla.
Ed ecco che ogni domanda trovava la sua risposta, con serenità e complicità (sì perché tra me e gli sposi si crea un rapporto magico, diventiamo una squadra imbattibile!).
Tutti questi impegni però, non hanno tolto loro il tempo di riabbracciare e rivedere parenti e amici.
La data si avvicinava: noi eravamo pronti e loro rilassati!
Per me è stata una grande entusiasmante sfida. Naturalmente vinta!
Guarda la loro gallery
L’Australia è stata la prima poi è stata la volta della Danimarca, l’Inghilterra, la Scozia, la Svizzera e l’Austria.
Chi sarà il prossimo?